A cura della Dott.ssa Silvia Re, Psicoterapeuta del Team Età Evolutiva
Lilium Spazio Medico, via Roma 62 Cuneo
Incoraggiare è più efficace di mille rimproveri!
È incredibile come sia passato velocemente il tempo della vacanza: gli studenti di ogni età aspettano con ansia il periodo estivo, ed ecco che, in un attimo, è già finito e si ritorna a scuola. Un anno nuovo di zecca, pieno di promesse e apprensione.
Ogni ragazzo è attraversato da emozioni diverse, spesso ambivalenti… la voglia di tornare a scuola, il desiderio di nuove conoscenze, il riabbracciare i compagni ma anche il timore di non farcela, l’ansia dei compiti e delle verifiche, la paura di non essere all’altezza, di sbagliare… Ed è forse necessario fermarsi qui, a ragionare sul significato dell’apprendere e dell’errore che, vedremo, è assolutamente necessario per imparare.
Per dirlo ancora più chiaramente: non esiste apprendimento senza errore!
Ognuno di noi, quando sente la parola “apprendimento” la collega immediatamente alla scuola, alle proprie difficoltà, o ai successi, nell’imparare una determinata materia e, con la maturità da adulto, ripercorriamo il nostro percorso, e magari ne sorridiamo. Ora racconto ridendo il mio primo compito in classe di latino in cui l’insegnante mi aveva scritto semplicemente “Deliri!?” ma ricordo anche molto bene l’angoscia di quel momento e l’aver pensato che mai e poi mai sarei riuscita in quella materia, che mi sembrava un muro insormontabile. Eppure, quell’episodio e quella montagna di errori in quella versione non mi hanno poi impedito di terminare con successo gli studi. Ora, da adulta, ci rido sopra: allora, da ragazza e da giovane studente, molto meno.
Ma è forse l’unico errore che ho commesso? Certamente no. La mia vita, come la vita di ognuno di noi, è costellata di errori, gravi e meno gravi, ma ognuno di questi errori, quando ci fermiamo a pensare con calma, è stata l’occasione per un importante apprendimento. E se poi alziamo lo sguardo notiamo come la storia del pensiero e delle grandi scoperte sia costellata di errori: pensiamo a Cristoforo Colombo, che cercava la via più veloce per arrivare alle “Indie” e che invece scoprì l’America!
Ora, se l’errore ha un ruolo così importante rimane un enigma capire perché sia tanto temuto dagli studenti durante gli anni di scuola. Non si va forse a scuola per imparare? Non è forse la scuola il luogo principe che ci aiuta a conoscere cose nuove, a imparare strategie di studio, a svelarci il magnifico segreto della lettura attraverso cui potremo accedere al mondo meraviglioso dei libri? E se noi già sapessimo tutte queste cose, e fossimo perfetti, perché mai dovremmo andare a scuola? Ma non solo: siamo davvero così sicuri che la vita debba essere perfetta e senza errori? In un libro meraviglioso, che consiglio davvero di leggere (Galliano, L’arte di sbagliare alla grande, Garzanti), si dice “E infine non preoccupatevi se non siete perfettamente quello che vorreste essere, perché la parola perfetto significa in realtà chiuso, finito. Non preoccupatevi, quindi, se non vi sentite perfetti: perché se non siete perfetti significa, semplicemente, che non siete finiti. Se non siete perfetti significa che siete ancora vivi”.
Ognuno di noi, ogni giorno, è alle prese con le sfide dell’apprendimento perché la vita stessa ci chiede costantemente di imparare cose nuove, dalla lettura di un libro al funzionamento di un elettrodomestico, da una nuova tecnica o procedura sul lavoro a una ricetta di cucina. E ognuno di noi ha un proprio stile di apprendimento, chi ha modalità più visive, chi più pratiche, chi più narrative. Ma ciò che fa la differenza nel successo oppure no è il desiderio che abbiamo nell’imparare una cosa nuova, nell’interesse, nella curiosità. E la stessa cosa vale per i giovani studenti che trascorrono all’incirca un terzo del loro tempo in attività scolastiche, un tempo importante, che, se non è strutturato per favorire curiosità, interesse e motivazione, diventa un tempo pesante e ansiogeno. Ed è compito di noi adulti sostenere la curiosità nei nostri ragazzi anche quando questa comporta tanti e tanti errori di metodo, di procedura, di distrazione: è solo così che si impara!
Gli errori sono l’elemento chiave e imprescindibile di un percorso di apprendimento.
Qualcuno potrebbe obiettare: va bene, tutto giusto, bei pensieri… ma la realtà è un’altra. I ragazzi a scuola sono valutati e gli errori corrispondono a voti bassi ed all’insuccesso scolastico. Come fare?
Il primo suggerimento che mi sento di condividere è ricordarci spesso, ogni giorno, che i nostri bambini e i nostri ragazzi saranno gli adulti di domani. E come vorremmo che un adulto reagisse di fronte all’errore e alle – inevitabili – sconfitte della vita? Se noi stiamo vicini emotivamente ai ragazzi, riflettiamo insieme sul significato dell’errore, quale la sua origine, perché è accaduto, cosa possiamo fare per correggerlo… allora trasformiamo l’errore in una reale occasione di crescita e di apprendimento. L’errore non sarà più solo una riga rossa, che fa anche un po’ paura, ma un momento importante di riflessione. Proviamo a sospendere il giudizio e ad entrare nell’ottica che un errore non è un fallimento ma una opportunità!
E il secondo suggerimento importante è ricordarci che accanto ad un errore ci sono tante, tantissime cose giuste, fatte bene, corrette; che accanto ad una difficoltà in un ambito (o in una materia) ognuno di noi ha tantissimi talenti e potenzialità. Perché non evidenziare e valorizzare anche questi? E a questo proposito, la professoressa Lucangeli nel suo bellissimo libro “Se sbagli non fa niente” ci ricorda “Offritegli delle possibilità di successo, mettetelo di fronte a situazioni problematiche che sono alla sua portata e che riesce a risolvere. Questo alimenterà la sua percezione di efficacia (…)”, che è esattamente ciò che desideriamo per i nostri bambini: che si sentano competenti e in grado di affrontare le difficoltà.
Infine, concludo sempre con le parole di Daniela Lucangeli “Incoraggiate, incoraggiate e incoraggiate più che potete! Un incoraggiamento è più efficace di mille rimproveri”. Buon rientro a scuola ai ragazzi e buone occasioni di apprendimento, errori compresi, per tutti noi.