A cura della Dott.ssa Elisa Beccaria, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva specializzata in pre-perinatale e baby body language di LILIUM SPAZIO MEDICO via Roma 62, Cuneo
Il tuo bambino racconta la sua storia: impara a leggere i suoi movimenti e il suo pianto con il Baby Body Language
La nascita rappresenta uno dei momenti più potenti e influenti della nostra vita, non solo sul piano fisico, ma anche su quello emotivo. I nove mesi di gravidanza ci raccontano chi siamo, come si forma la nostra struttura fisica, emotiva e relazionale e sono la base del nostro stare al mondo.
Gli eventi che accadono durante il parto possono influenzare profondamente il neonato e il suo sviluppo futuro, e i ricordi della sua nascita, se non elaborati, lo accompagnano per tutta il corso della sua vita: le specifiche dinamiche di nascita e le memorie ad essa collegate possono determinare blocchi, paure e condizionamenti limitanti, e possono interferire con l’attivazione e la corretta integrazione dei riflessi arcaici.
I riflessi arcaici sono risposte automatiche e involontarie che il neonato manifesta sin dai primi giorni di vita. Questi riflessi, chiamati anche primordiali o primitivi, sono programmati nel nostro cervello per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo, nascono nel sistema nervoso centrale e riflettono antiche strutture evolutive che ci collegano a meccanismi essenziali per l’adattamento all’ambiente e l’integrazione successiva delle funzioni motorie, emotive e relazionali. Se non vengono integrati correttamente, possono generare difficoltà nella crescita, influenzando il nostro sviluppo fisico e cognitivo. Sono essenziali per la sopravvivenza immediata, ma anche per lo sviluppo del sistema motorio e nervoso. Ad esempio, il riflesso di suzione non solo aiuta l’allattamento, ma stimola anche la coordinazione tra bocca e mano, fondamentale per lo sviluppo del linguaggio e della motricità fine. Col passare dei mesi, questi riflessi dovrebbero gradualmente integrarsi nel sistema nervoso, lasciando il posto a movimenti più coordinati e consapevoli.
L’integrazione è un processo cruciale durante il primo anno di vita, e non riguarda solo la motricità, ma coinvolge anche la regolazione emotiva, il comportamento sociale e l’apprendimento. Se uno o più riflessi arcaici non vengono adeguatamente integrati, possono emergere una serie di problemi durante l’infanzia o anche in età adulta: movimenti goffi o scoordinati, problemi di equilibrio e difficoltà nel controllo fine delle mani, difficoltà di concentrazione, lettura e scrittura, dovuti alla mancata sincronizzazione tra diverse parti del corpo e del cervello, ansia, iperattività, scarsa gestione dello stress e delle emozioni.
Capire le dinamiche legate alla nascita, alle modalità del parto e all’integrazione dei riflessi arcaici permette non solo di intervenire tempestivamente nelle difficoltà, ma anche di promuovere una maggiore consapevolezza del nostro essere nel mondo. Cosa ci racconta un bimbo nei suoi primi mesi di vita, quando ancora non parla? Il suo pianto esprime un semplice bisogno o sta comunicando un’emozione? Tutte le espressioni di un bambino non sono casuali, ma ricche di significato… raccontano una storia, e che questa storia possa essere compresa dalla mamma e dal papà, in modo che possano sincronizzarsi con le sue emozioni, è importantissimo. Avete mai sentito parlare di Baby Body Language? È esattamente questo: è un linguaggio corporeo neonatale che viene espresso dai bambini per comunicare nella fase preverbale. Prima ancora della parola il bambino ci parla con i gesti, con lo sguardo e il sorriso, con una particolare inflessione del pianto.
Come genitori siamo spesso confusi di fronte al pianto di un bimbo, e non sappiamo come rispondere: ci hanno insegnato che i bambini piangono perché hanno fame, freddo, o perché vogliono essere cambiati. Ma esiste un pianto che esprime un bisogno e un pianto che esprime una memoria: il primo ci parla dell’essere affamati, scomodi, sovra o sotto stimolati, stanchi. Quando questi bisogni di base vengono soddisfatti il pianto si interrompe e il bambino si calma. Il pianto che esprime una memoria avviene invece quando il bambino ha sensazioni e immagini che sono relative alle sue esperienze precedenti, come i momenti durante la nascita in cui si è sentito sopraffatto. Questo tipo di pianto è associato a movimenti ripetitivi del corpo, gesti come un pedalare frenetico delle gambe, lo sfregamento ripetuto di una zona della testa, il tirare le orecchie ripetutamente, l’arcuare la schiena o il girare la testa da un lato all’altro in un movimento a zig-zag.
Questi movimenti esprimono spesso un impulso che è stato bloccato, come il tentativo di spingere attraverso il canale del parto inibito da un anestetico arrivato attraverso il cordone ombelicale. Possono indicare, per esempio, una zona del cranio che è stata compressa dalle ossa del bacino della madre o un momento della nascita in cui il bambino si è sentito disorientato e perduto. Ci sono momenti, durante il processo di nascita, in cui il bambino non sa se riuscirà a sopravvivere: una pressione troppo intensa lo schiaccia, gli ormoni dello stress o i farmaci lo invadono. Si tratta di esperienze molto intense che vengono espresse con un pianto intriso di emozione: rabbia, panico, tristezza, disorientamento. Attraverso la lettura dei suoi gesti, e del suo pianto, possiamo comprendere il suo disagio e aiutarlo a sentirsi più sicuro. È proprio attraverso l’ascolto e il riconoscimento del disagio, che il bambino può completare e superare quel vissuto. Quando il bambino rilascia lo stress, il suo corpo diventa più morbido e vitale.
Anche i disturbi più comuni quali le coliche, i disturbi del sonno, la stitichezza, il reflusso, la difficoltà ad attaccarsi al seno, le dermatiti possono avere origine dalle storie prenatali, perinatali e di nascita. Molti sintomi come le coliche, per esempio, che sono spesso l’espressione di un pianto di memoria, scompaiono appena il trauma sottostante si risolve. Durante gli incontri di Baby Body Language, i genitori imparano a sincronizzarsi con le emozioni del proprio bambino, ad identificare i suoi riflessi arcaici e a riconoscere precocemente eventuali difficoltà, per poter così poi, grazie al supporto delle terapiste della neuropsicomotricità, mettere in atto delle strategie utili per un corretto e armonico sviluppo anche di capacità e funzioni che emergeranno in futuro.
Per i genitori, imparare a decifrare il linguaggio corporeo del proprio bambino favorisce una relazione più intima e serena, riducendo ansie e stress e creando un ambiente di accudimento positivo sereno e costruttivo.
La Dott.ssa Elisa Beccaria, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva specializzata in pre-perinatale e baby body language di Lilium Spazio Medico, è a disposizione per ascoltare i dubbi delle coppie in dolce attesa e dei neogenitori di bimbi in fascia d’età 0-9 mesi.
L’appuntamento è per VENERDì 11 OTTOBRE ALLE ORE 10 presso Lilium Spazio Medico, via Roma 62 primo piano. Un OPEN DAY GRATUITO di presentazione del percorso “BABY BODY LANGUAGE e i RIFLESSI PRIMITIVI INTEGRATI PER UNO SVILUPPO ARMONICO DEL BAMBINO”
Info e prenotazioni: eventi@spaziomedico-lilium.it o 0171.693530 oppure tramite Eventbrite