A cura delle professioniste dello Sportello Ascolto LILIUM SPAZIO MEDICO, via Roma 62 – Cuneo
Genitori e Figli nell’era dei Social
I bambini e ragazzi di oggi nascono e crescono insieme a Internet e al cellulare e gli adolescenti sono sempre più dipendenti da smartphone, social network e tecnologia… il cui uso sempre più persuasivo ha comportato una trasformazione nel modo di comunicare. Tali strumenti rappresentano una realtà complessa, apparentemente priva di regole, nella quale trovano spazio contenuti e comportamenti potenzialmente dannosi per lo sviluppo dei più giovani, che, pur essendo spesso tecnicamente competenti, tendono a non cogliere le implicazioni dei loro comportamenti. La capacità d’uso è proporzionata al loro sviluppo cognitivo e quindi all’età: a 11 anni i ragazzi sanno aprire le app, chattare e postare foto e video, ma non capiscono la portata reale dei rischi e delle conseguenze a cui vanno incontro.
Nell’adolescenza i ragazzi vivono il distacco dalla famiglia, la ricerca di una loro identità ed il bisogno di conferme, integrazione e accettazione da parte dei coetanei. È un passaggio fortissimo durante il quale i ragazzi sono fragili, e se in questa fase vengono presi in giro o bullizzati affrontano dei crolli psicologici che poi possono portare a quei fatti di cronaca di cui leggiamo purtroppo sempre più spesso: depressione, uso estremo di droghe, disturbi alimentari, autolesionismo, suicidi… esprimono un disagio fra i giovani che sta raggiungendo livelli mai visti prima, e sono conseguenze a cui rischiano di andare incontro i ragazzi bullizzati e cyberbullizzati.
Il cyberbullismo è una forma di pressione, molestia, denigrazione, diffamazione, manipolazione… realizzata per via telematica; ha le stesse caratteristiche del bullismo tradizionale, con la particolarità che questo si manifesta attraverso la rete internet, in diverse forme e con conseguenze potenzialmente più gravi del bullismo offline. Le finalità sono le stesse del bullismo tradizionale, ma nel cyberbullismo il comportamento lesivo ha maggior risonanza e risulta spesso inarrestabile, negando alla vittima qualsiasi rifugio o via di fuga. Si può manifestare in molte forme, dirette (attacchi via chat, messaggi, email) o indirette (post o messaggi pubblici)… e tradursi in harassment, ovvero l’invio di messaggi offensivi e disturbanti, ripetuti nel tempo; oppure in cyber stalking, quando la molestia diventa intimidatoria; in denigration, ossia nella diffusione online di materiale offensivo o pettegolezzi che danneggiano la reputazione. Esiste poi il trickery, che significa inganno, ed è uno degli attacchi più subdoli: da solo o con un complice, il cyberbullo conquista la fiducia della vittima per poi pubblicarne online immagini riservate, confidenze ed elementi intimi.
È l’autostima ad essere particolarmente lesa dall’esperienza del bullismo, che và ad incrementare in una persona già fragile, spesso incapace di difendersi e con la percezione di essere poco importante o non degna di ascolto, un sentimento di vergogna e il desiderio che nessuno venga a conoscenza di ciò che sta subendo. Le vessazioni intaccano l’immagine di sé, e nel caso del bullismo online questo attacco ha un palcoscenico sconfinato. Per il cyberbullo la dinamica è molto simile a quella che muove il bullo ‘tradizionale’, e quindi insicurezza, mancanza di confini di sé e assenza di regole che disciplinano la convivenza con gli altri, attrazione verso la debolezza altrui come mezzo per distruggere la propria… ma l’anonimato della rete consente di mettere ulteriore distanza tra sé e la realtà esterna. Deresponsabilizzazione, incapacità di empatia e intensità delle vessazioni con la diffusione della tecnologia sono aumentate: il cyberbullo crea profili falsi, tramite cui perpetra aggressioni sotto falso nome e non si rende conto, almeno inizialmente, della gravità dell’atto che sta commettendo perché non è coinvolto faccia a faccia, non vede neanche la reazione della vittima designata. Il cyberbullismo manca totalmente dei confini spaziali e temporali perché non c’è più un luogo in cui avvengono gli atti denigratori: la vittima è sempre attaccabile in qualsiasi momento della giornata visto che il mezzo è la rete, e la diffusione dell’atto denigratorio è esponenziale e spesso immediata, perché ovviamente poi partono subito condivisioni e commenti. Basterebbe ignorare questi atti denigratori e tutto ciò che ne consegue… ma non sarebbe facile per un adulto, a maggior ragione non lo è per un ragazzino di 11 anni! Noi adulti sappiamo distinguere lo sconosciuto dalla persona che conosciamo e che volutamente ci attacca e ci denigra, e abbiamo gli strumenti per difenderci e gestire la situazione. Quando si diventa adulti poi non si ha più questo bisogno, che è quasi vitale per un ragazzo, di essere accettati dai propri pari, mentre durante l’adolescenza l’unica realtà in cui ci si riconosce è proprio il gruppo dei pari, ma ci si deve sentire parte del gruppo… quando invece ci si sente traditi ed esclusi, c’è una fragilità di fondo che si concretizza poi nell’esclusione da tutto… e si traduce in disagio e malessere.
Ecco perché è fondamentale aiutare i ragazzi a capire e imparare ad usare gli strumenti che hanno in mano, dal telefonino al tablet, al computer… supportandoli nello sviluppo di un approccio consapevole e critico verso questo mondo, e non, come spesso succede, bloccandone l’accesso. I dispositivi digitali in sé non sono dannosi, ma tutto dipende dall’uso che se ne fa. Offrono infatti innumerevoli vantaggi e opportunità di crescita e di divertimento: esistono moltissime app e programmi educativi, che stimolano l’apprendimento; grazie alla tecnologia abbiamo accesso a informazioni illimitate e si possono avere film e libri di ogni tipo sempre con sé; è possibile restare in contatto con amici e familiari lontani. E anche i videogiochi, spesso tanto criticati, possono contribuire a sviluppare capacità logiche, di problem solving e di gioco di squadra. Inoltre, è innegabile che il nostro mondo stia diventando sempre più tecnologico e ormai quasi qualsiasi lavoro richiede la capacità di padroneggiare la tecnologia: imparare ad usarla fin da piccoli in modo corretto potrà quindi essere utile nel futuro professionale dei nostri figli. Essere genitori al tempo delle reti sociali non è semplice, soprattutto nella fase dell’adolescenza.. e i social network spesso aumentano il divario fra generazioni, creando una distanza che è importante provare ad accorciare.
Venerdì 10 novembre alle ore 20.30 presso il Villaggio Salute in piazza Galimberti, in occasione della Straconi, si terrà un importantissimo incontro, ‘’Genitori e Figli nell’era dei social’’, dove genitori, figli ed educatori potranno confrontarsi con le Psicoterapeute dell’età evolutiva di Lilium Spazio Medico, e i Social Media Manager dell’Agenzia di Comuncazione e Webmarketing Involucra renderanno meno misterioso il mondo del web, mettendone in luce l’enorme potenziale, fruibile attraverso un uso consapevole. Il tutto allietato dall’accompagnamento musicale di Anna Petracca e Alfredo Matera, della scuola musicale Palcoscenico di Cuneo, che si esibiranno in brani a tema. Vi invitiamo pertanto a non perdervi quest’occasione!