A cura della Dott.ssa Debora Astesano, logopedista presso LILIUM SPAZIO MEDICO, via Roma 62 – Cuneo
Dislessia e Disturbi Specifici dell’Apprendimento: quando e come riconoscerli
Dal 02 al 08 ottobre si svolge la Settimana Nazionale della Dislessia, giunta alla sua settima edizione, un appuntamento annuale organizzato da AID in collaborazione con la European Dyslexia Association, per diffondere consapevolezza sulla dislessia e sugli altri Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e promuovere la conoscenza delle metodologie più efficaci per affrontarli e gestirli, in un’ottica di inclusione a tutto tondo. Il titolo di quest’anno è “Leggere libera tutti: diritti verso l’apprendimento“, diritti che devono essere pienamente riconosciuti e rispettati per garantire a tutti cultura e conoscenza e far sì che ognuno possa far emergere il proprio potenziale.
In Lilium è presente un team di specialisti dedicato ai DSA, composto di pediatri, una psicoterapeuta infantile, una psicologa specializzata nell’ideazione di metodi di studio e di approccio all’apprendimento personalizzati sulle peculiarità del bambino, terapiste della neuropsicomotricità, una neuropsichiatra infantile ed una logopedista. È proprio alla logopedista del team, la Dott.ssa Debora Astesano, che abbiamo rivolto alcune domande per fare chiarezza sul tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Cosa si intende per dislessia e per disturbi specifici dell’apprendimento?
Si tratta di disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi, infatti, interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici. Comprendono: dislessia, o disturbo nella lettura intesa come decodifica del testo scritto; disortografia, o disturbo nella scrittura intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica, deficit nel processo di cifratura del codice scritto; disgrafia, o disturbo nella grafia ovvero nell’abilità grafo-motoria, deficit nella realizzazione del tratto grafico; discalculia, o disturbo nelle abilità di numero e di calcolo, intese come capacità di comprendere e operare con i numeri.
Quali sono i prerequisiti per la scuola primaria che il bambino dovrebbe aver consolidato durante l’ultimo anno di materna?
L’ultimo anno della scuola dell’infanzia assume particolare importanza poiché segna il passaggio del bambino alla scuola primaria. In questo periodo il bambino dovrebbe apprendere i così detti prerequisiti, ovvero abilità cognitive di base necessarie per l’apprendimento delle future abilità scolastiche, come la lettura, la scrittura e il calcolo. Per imparare a leggere, a scrivere, a fare dei calcoli, un bambino deve imparare prima una serie di operazioni preliminari che possono essere potenziate sin dalla scuola dell’infanzia, e che comprendono:
- competenze metafonologiche, ovvero il riuscire a manipolare mentalmente i suoni delle parole: segmentazione sillabica, sintesi sillabica, discriminazione uditiva di coppie minime, ricognizione di rime, riconoscimento di sillaba iniziale di parola, riconoscimento dei grafemi;
- attenzione, ovvero il riuscire a rimanere concentrato su un’attività per almeno 15-20 minuti;
- abilità grafo-motorie, ovvero il saper scrivere il proprio nome correttamente, colorare negli spazi, tagliare, incollare eimpugnare in modo corretto;
- linguaggio, ovvero l’avere la pronuncia corretta di tutti i suoni e la capacità di raccontare in modo strutturato eventi vissuti e storie, il saper comprendere dei racconti e saperli rievocare, avere un vocabolario ricco;
- abilità logico-matematiche, ovvero il saper comprendere le quantità, saper contare fino a 10, denominare numeri, associare quantità, riconoscere i numeri.
Quali attività si possono proporre ad un bambino per allenare i prerequisiti?
Per quanto riguarda le abilità metafonologiche, si possono proporre attività come “Dimmi tutte le parole che ti vengono in mente che iniziano per BA” oppure “Dimmi tutte le parole che ti vengono in mente che iniziano per T” oppure “pane e pane sono uguali o diverse? Banca e panca sono uguali o diverse?” oppure “Pane e cane fanno rima? Topo e bene fanno rima?” oppure sillabare delle parole battendo le mani e poi richiedere qual è la prima e qual è l’ultima sillaba, oppure fare il treno delle parole cioè partire con una parola, per esempio CANE, e poi trovarne una che inizi con la sillaba finale della parola precedente, per esempio CANE NEVA VELA LATTE TEGOLA ecc..
Per quanto riguarda l’attenzione, si può chiedere al bambino di fare delle attività a tavolino che richiedano pochi minuti e poi aumentare gradualmente il tempo. Per quanto riguarda il linguaggio, se sono presenti delle difficoltà sarebbe opportuno richiedere una valutazione logopedica in modo da aiutare il bambino prima dell’inizio della scuola.
Nella scuola materna è già possibile sospettare il possibile sviluppo di un disturbo specifico dell’apprendimento?
Il decreto MIUR 17.04.2013 (Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA) è proprio indirizzato all’identificazione precoce dei casi sospetti di DSA e illustra i principali indicatori di rischio per lo sviluppo di un DSA. In generale, i principali fattori di rischio per lo sviluppo di un DSA sono la presenza di familiarità e la presenza di un disturbo di linguaggio. Il rischio di sviluppare dislessia in bambini con Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) è maggiore che fra i bambini che non presentano DSL.
Nella scuola primaria quali sono i primi campanelli di allarme che possono portare genitori e insegnanti a sospettare la presenza di un DSA? Come e quando intervenire?
Sarebbe opportuno rivolgersi a dei professionisti se sono presenti alcune di queste difficoltà:
• sostituisce lettere simili a livello visivo (es. b-d ; p-q ; b-q ecc…)
• sostituisce lettere simili a livello fonologico (es. m-n ; f-vecc…)
• tende ad omettere lettere, intere parole, numeri sia in lettura che in scrittura;
• legge male ad alta voce
• risulta molto lento nella lettura e non comprende bene quello che legge
• mostra difficoltà nel copiare dalla lavagna
• non riesce ad imparare le tabelline ed alcune informazioni in sequenza come, ad esempio, le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno ecc…
• presenta difficoltà ad imparare e ricordare i termini specifici delle varie discipline;
• confonde i rapporti spazio temporali (es. destra–sinistra ; ieri–domani ecc…)
• è esageratamente oppositivo in determinate attività come, ad esempio, leggere ad alta voce davanti ai compagni
• presenta difficoltà, lamentate dai genitori, nello svolgimento quotidiano dei compiti a casa (es. lentezza, svogliatezza, mancanza di concentrazione)
I professionisti potranno valutare la situazione specifica e supportare le prime fasi dell’apprendimento nel modo più adatto rispetto al bambino.